Le sanzioni alla Russia e le conseguenze nei confronti del Chelsea F.C.

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Sanzioni Russia conseguenze calcio

Le sanzioni alla Russia hanno pesanti conseguenze anche sul calcio europeo.

Sanzioni Russia conseguenze calcio

Nell’articolo pubblicato su “Le Regole del Gioco”, blog di approfondimento di diritto sportivo dello Studio LegisLAB, l’avvocato Paolo Marsilio ha esaminato le ripercussioni sportive ed economico-strategiche del Chelsea F.C. di Roman Abramovich a seguito delle sanzioni imposte alla Russia dall’UK.

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Fra le conseguenze che sono scaturite dall’invasione perpetrata dalla Russia ai danni dell’Ucraina, vi sono anche le sanzioni economiche inflitte contro Mosca.

Ma nell’intento di indebolire la posizione di Vladimir Putin, alcune sanzioni economiche hanno colpito altresì una cerchia ristretta di individui che a diverso titolo possono essere associati al presidente della Federazione Russa.

 

Le conseguenze delle sanzioni sul Chelsea Football Club

Come vedremo, uno dei principali esempi degli effetti sullo sport è rappresentato dalle ripercussioni che sta subendo, in questa fase, il club calcistico londinese Chelsea F.C.

In particolare, dal canto proprio, il Regno Unito – nell’intento di colpire più o meno indirettamente Putin – con il Russia (Sanctions) (EU Exit) Regulations 2019 ha imposto sanzioni a più di 1000 entità e individui ritenuti associabili a vario titolo al presidente russo. In questa “lista nera” è stato per l’appunto inserito il proprietario del Chelsea F.C., al quale, a partire dal 10 marzo scorso, è stato imposto un “asset freeze” (un congelamento dei propri beni).

Questa misura comporta alcuni rilevantissimi pregiudizi al soggetto sanzionato, dal momento che: (i) comporta il congelamento dei fondi o delle risorse economiche possedute; (ii) impedisce la fornitura o messa a disposizione di servizi finanziari e di risorse a determinate entità o persone o che determinate risorse economiche vengano ricevute.

Il motivo per cui anche il Chelsea F.C. – direttamente – sta subendo pregiudizio dall’inserimento di Roman Abramovich nella Lista stilata dal governo britannico risiede nel fatto che tale sanzione si applica “di riflesso” alle entità e ai beni posseduti/controllati dagli individui designati.

Benché – attraverso specifiche licenze – siano previsti alcuni margini di manovra per garantire la stretta sopravvivenza dell’entità, tutti gli eventuali introiti ricevuti dal club nell’ambito delle attività consentite devono essere immediatamente congelati.

In questo articolo, esaminiamo le conseguenze – sportive e non – che il Chelsea F.C. sta subendo a causa delle sanzioni imposte al proprio patron Roman Abramovich da parte del governo britannico.

 

Le modifiche regolamentari e le novità introdotte dall’ultimo Consiglio Federale FIGC

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Nell’articolo pubblicato su “Le Regole del Gioco”, blog di approfondimento di diritto sportivo dello Studio LegisLAB, l’avvocato Gianluca Medina ha illustrato le novità e le modifiche regolamentari conseguenti alla riunione del Consiglio Federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio tenutasi lo scorso 16 marzo.

Tra le decisioni ivi assunte, ve ne sono alcune che si inseriscono nella dialettica istituzionale in corso tra FIGC e Lega di Serie A.
In particolare, si fa riferimento alla proroga del mandato del Commissario ad acta, Prof. Giovanni Terracciano, con riferimento all’adeguamento dello statuto della Lega di Serie A ai “Principi Informatori degli Statuti e dei Regolamenti delle Leghe” pubblicati dalla FIGC con C.U. N° 125/A del 26 novembre u.s., nonché al rinvio di qualsiasi decisione in materia di Manuale Licenze Nazionali, con particolare riferimento alla prospettata introduzione del criterio dell’indice di liquidità quale “criterio ammissivo” per l’iscrizione ai prossimi campionati da parte dei club professionistici.

Con riguardo alle modifiche regolamentari, vengono analizzate le principali disposizioni dei C.U. NN° 205 e 206 pubblicati il 17 marzo u.s., in virtù dei quali la FIGC ha introdotto ulteriori modifiche all’art. 20 bis NOIF e 32 CGS in materia di acquisizione di partecipazioni societarie in ambito professionistico, norme già oggetto di intervento da parte del regolatore federale negli ultimi tempi.

Secondo quanto riferito nel comunicato stampa ufficiale della Federazione, dette modifiche rispondono all’esigenza di migliorare taluni passaggi dell’attuale assetto regolamentare che hanno dato luogo a continui interventi interpretativi e inviti della giustizia sportiva (Corte Federale d’Appello, in particolare SS. UU n. 0043/CFA 17.12.2021) volti a prevedere un trattamento sanzionatorio differenziato per il caso in cui l’acquirente di partecipazioni societarie, munito dei requisiti richiesti dall’assetto regolamentare, abbia semplicemente tardato nel deposito della documentazione presso la FIGC, rispetto al diverso caso in cui l’acquirente non possieda i requisiti richiesti per l’acquisizione.

Contatta l’autore dell’articolo, l’avv. Gianluca Medina.

Le disposizioni FIFA per la guerra in Ucraina

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Nell’articolo pubblicato su “Le Regole del Gioco”, blog di approfondimento di diritto sportivo dello Studio LegisLAB, l’avvocato Alberto Porzio e la dottoressa Erika Mazzucotelli, hanno provato ad analizzare le più importanti modifiche apportate dalla FIFA al Regulations on the Status and Transfer of Players (FIFA RSTP) a fronte della guerra in Ucraina.

Hanno ipotizzato le modalità/oggetto di un eventuale intervento della Federazione Italiana Giuoco Calcio volto a recepire a livello nazionale le predette modifiche.

In particolare, la FIFA ha introdotto le nuove disposizioni applicabili a tutti i contratti di prestazione sportiva “di dimensione internazionale”, conclusi da calciatori e allenatori con club affiliati alla federazione calcistica ucraina (UAF) o a quella russa (FUR) nel FIFA RSTP, tramite l’Annex 7.

La Federazione calcistica internazionale con l’adozione di tali disposizioni ha voluto garantire a calciatori, anche di minore età, e allenatori che hanno un contratto di prestazione sportiva in essere con club affiliati alle federazioni calcistiche dei Paesi coinvolti nel conflitto, di poter continuare a svolgere la loro professione, tramite la sospensione – fino al prossimo 30 giugno – del suddetto contratto di prestazione sportiva e concedendo ai predetti calciatori la possibilità di tesserarsi in via temporanea fuori dalle finestre di mercato a determinate condizioni.

A fronte del predetto intervento della FIFA, ci si è pertanto chiesti, venendo alla dimensione nazionale, come e se le nuove disposizioni verranno effettivamente implementate dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio.

E infatti, allo stato attuale, la normativa nazionale, tra cui più specificamente la normativa sui tesseramenti presso le società professionistiche (C.U. FIGC n. 250/A del 21 maggio 2021) e quella sul tesseramento di extracomunitari (C.U. FIGC n. 268/A del 10 giugno 2021), non dialoga pienamente con le nuove disposizioni introdotte dalla FIFA.

Contatta gli autori dell’articolo, l’avv. Alberto Porzio e la dott.ssa Erika Mazzucotelli.

Esports e diritti audiovisivi: una partita aperta

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Nell’articolo pubblicato su “Le Regole del Gioco”, blog di approfondimento di diritto sportivo dello Studio LegisLAB, l’avvocato Alessia Murgia ha tratteggiato gli aspetti salienti e le criticità connesse ai diritti audiovisivi negli esports, fenomeno in continua crescita anche in Italia.

In particolare, sono state evidenziate le principali differenze tra gli eventi sportivi e quelli relativi agli esports.
Infatti, i diritti audiovisivi degli eventi sportivi di campionati, coppe e tornei professionistici a squadre delle correlate manifestazioni sportive, organizzati a livello nazionale, sono espressamente disciplinati dal c.d. Decreto Melandri (D.Lgs. 09/2008), che mira a garantire la trasparenza di questo mercato, regolamentando la ripartizione delle risorse economiche e finanziarie assicurate dalla commercializzazione in forma centralizzata di tali diritti, nonché l’equilibrio competitivo fra i soggetti partecipanti alle competizioni.

Su un differente piano si collocano, invece, gli esports, cioè le competizioni elettroniche che si svolgono attraverso l’utilizzo di opere multimediali – i videogiochi – e che, pertanto, sono tutelati dal diritto d’autore.

In quest’ottica, nonostante l’incertezza regolamentare, accanto ai tradizionali player del settore (publisher e giocatori in primis) si sono fatti largo anche altri attori – quali team professionistici, leghe nazionali e internazionali, nonché piattaforme di live-streaming – che vanno ritagliandosi spazi significativi in questo segmento di mercato.

Da questo contributo emerge che, sebbene lo scenario che va delineandosi in materia di broadcasting degli esports veda ancora i publisher come potenziali protagonisti, nei prossimi anni sarà interessante poter osservare se si realizzerà un avvicinamento al modello di commercializzazione dei diritti audiovisivi affermatosi nello sport tradizionale o se, al contrario, determinerà un allontanamento del pubblico, ormai abituato ad una libera fruizione dei contenuti.

Contatta l’avv. Alessia Murgia, autrice dell’articolo.